ADERISCI ALL’ APPELLO X UN 1° MAGGIO DI LOTTA IN CAMPANIA PER UNA NUOVA PRIMAVERA ECOLOGICA,SOCIALE E DI CLASSE

Vide ‘o mare quanto è bello e ‘o fiume Sarno spira tanto sentimento.

Campania, la nostra terra “felix” del turismo e dei beni culturali. In questi giorni di lockdown, come ci piace questa parola, fa più effetto, ma farebbe ancora più effetto non per questa pandemia, ma usata fin da ora, per tutte le industrie campane che nel nome del profitto, del lavoro (sottopagato), hanno reso le nostre acque, le nostre falde acquifere le più inquinate d’ Italia.

Infatti, proprio nel fiume Sarno, uno dei corsi d’acqua più inquinati d’ Europa, finiscono i liquami di circa quaranta comuni, i rifiuti tossici delle aziende, i pesticidi usati dagli agricoltori. Quei ventotto chilometri di percorso sinuoso tra le province di Napoli, Salerno e Avellino costituiscono una miscela killer, un pericolo per la salute di migliaia di persone. Oltre 40 anni di propaganda politica, ma tutte balle, per nascondere accordi sottobanco tra amministrazioni ed imprenditori finanziatori di campagne elettorali, infatti, per contrastare lo scempio doveva pensarci un piano di disinquinamento del Golfo varato negli anni settanta, ma gli scarichi abusivi di concerie che sverzano in libertà criminale, continuano ad avvelenare ad intossicare le nostre vite.

14 aprile 1995 con il Dpcm del Governo Dini, fu dichiarato lo stato di emergenza in ordine alla situazione socio economica ambientale. 1 maggio 2020, c’avite accise ‘a salute!

Lo sviluppo sostenibile. Proposto nel rapporto “Our Common Future” pubblicato nel 1987 dalla Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo (Commissione Bruntland) del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. La possibilità di assicurare la soddisfazione dei bisogni essenziali comporta, dunque, la realizzazione di uno sviluppo economico che abbia come finalità principale il rispetto dell’ambiente. Trentatre anni trascorsi e, ci voleva una pandemia per vedere le acque del fiume Sarno leggermente cristalline ( si attendono gli esiti delle analisi biochimiche), le acque delle nostre coste cristalline. Da Castellammare di Stabia, passando per San Giovanni a Teduccio, Capo di Posillipo, Castelvolturno e a pagare il prezzo sono le cozze nostrane, che stanno perdendo il loro prelibato sapore.

Da anni si attendono le bonifiche delle vasche borboniche che insistono nel Comune di Poggiomarino, vere e proprie bombe ecologiche che sversano i loro liquami nel territorio comunale, senza una rete fognaria, compromettendo non solo l’ agricoltura dei terreni adiacenti, ma soprattutto la salute degli abitanti del paese vesuviano, dimenticato da tutti ma ricco di un patrimonio archeologico unico al modo: il parco archeo-fluviale di Longola, scoperto nel 2000 mentre si scavava una vasca per il depuratore del fiume Sarno, ma sempre chiuso e senza iniziative per portare il turismo.

In tutti questi anni, ad eccezione delle mete turistiche dei Vip e rinomate in tutto il mondo delle nostre costiere, una delle più famose, quella Amalfitana, città come appunto Castellamare di Stabia, Torre Annunziata, Torre del Greco, si sono viste perdere dal tessuto sociale la possibilità di ritenersi zone balneari, con un mare pericoloso che batteva forte sui frangiflutti. I cittadini di Stabia e di Torre, ricordano gli anni 60/70, poi il lento declino, fino a diventare città in mano a criminali per il business della droga, del contrabbando e amministrazioni comunali corrotte. A pagarne le spese sono stati tanti lavoratori del turismo ed artigiani d’arte, come i famosi maestri del corallo e dei cammei.

Ma oltre la problematica relativa alle ecomafie, agli sciacalli dell’ ambiente che circonda, purtroppo, tutta la filiera del turismo, ed i lavoratori e le lavoratrici, quali: accompagnatori e guide turistiche, soprattutto quelle senza partita iva, che si sono visti lasciati senza nessuna forma di sostentamento durante questa crisi pandemica, come Organizzazioni, stiamo lottando a loro fianco quotidianamente per sensibilizzare il Governo a provvedere subito per trovare una soluzione a questa tragedia.

Oltre, sono coinvolti le migliaia di cittadini, quelli del lavoro sommerso. Quelli che, non regolari, venivano prelevati quotidianamente agli angoli delle vie, per svolgere lavori a nero, per un proprietario terriero o edile.

Tutte le fallimentari politiche di questo sistema, quelle preposte anche ai controlli, sono esplose con l’emergenza sanitaria provocata dal COVID-19.

Per questo, concentriamoci anche sul nostro mondo, quello del lavoro. Chi ne farà veramente le spese dopo tutta questa emergenza?I lavoratori e le lavoratrici, soprattutto quelli e quelle con contratti precari e ultra flessibili che inondano la città, nelle aziende di servizi, nei centri commerciali ecc., che si sono trovati da subito senza protezioni forti.

Mentre lo stato regala 400 miliardi di euro per prestiti alle imprese, che verranno garantiti dalle tasse dei contribuenti, cioè soprattutto lavoratori dipendenti e pensionati; i cassaintegrati e le cassaintegrate subiranno perdite reddituali anche di quasi la metà del loro salario normale, agli sfruttati e alle sfruttate con “false partite iva” verrà riconosciuto un misero bonus di 600 €, e gran parte dei lavoratori e delle lavoratrici con contratti precari rimarranno senza lavoro e senza un reddito certo.

Mamma, che paura il Presidente De Luca in TV: “Vengo con il lanciafiamme alle feste di laurea”. E si, Presidente De Luca, la politica campana, purtroppo, è allergica ai laureati, soprattutto quelli competenti. Stiamo assistendo proprio in questi giorni, allo scandalo concorsopoli che ha visto sotto la lente della magistratura proprio funzionari comunali corrotti della Campania.

Inoltre, gli ospedali pubblici, martoriati dalle contro-riforme di aziendalizzazione e dalle decine di miliardi di euro tagliati a beneficio delle banche, si sono trovati a dover arginare il dilagare dell’epidemia senza adeguate forniture di dispositivi di protezione, la saturazione dei posti letto, la mancanza di strumentazioni mediche e la non esecuzione di tamponi generalizzati, unica eccezione e merito va agli operatori sanitari che hanno gestito e si trovano a gestire, un emergenza paragonabile ad un campo di battaglia, e non possiamo menzionare tra questi gli infermieri precari delle varie aziende ospedaliere che da anni attendono una stabilizzazione, sfruttati fino a qualche hanno fa dalla logica delle agenzie interinali.

Costoro prestano servizio in eguale misura dei loro colleghi.

Questo è il risultato di un sistema unicamente incentrato sul profitto privato e non sul benessere collettivo; non è un caso che, in questi anni si sono visti chiudere presidi ospedalieri soprattutto nella provincia di Napoli (ben 4) e la riduzione della medicina territoriale, di base, per far spazio a nuovi progetti di speculazione edilizia privata.

Simboli del fallimento delle politiche liberiste di questo periodo rimarranno la cattiva gestione adottate per la mancanza di coordinamento nei territori dell’ avellinese, come ad esempio l’ Ospedale di Ariano Irpino, dove i medici denunciavano oltre alla mancanza dei posti letto per le terapie intensive e all’ assenza del Direttore Sanitario Aziendale, anche: l’assenza di percorsi e protocolli diagnostico-terapeutici specifici chiaramente codificati, o al più realizzati in maniera estemporanea inseguendo gli eventi del momento e ancor meno di percorsi all’interno dell’ospedale chiaramente separati fra pazienti covid-19 e affetti da altre patologie; assenza di una chiara strategia identificativa di potenziali portatori dell’infezione, sia fra i ricoverati apparentemente affetti da altre patologie sia soprattutto fra gli operatori sanitari; assenza di una quotidiana e capillare sanificazione ambientale e di corretta e periodica disinfezione di tutti gli ambienti interni ed esterni; assenza di formazione per tutto il personale esposto in prima linea di formazione per la corretta vestizione e svestizione di Dpi; assenza di contenitori biologici all’interno e all’esterno dell’ospedale per lo smaltimento di Dpi usati infetto o potenzialmente tali; assenza di figure professionali quali uno specialista infettivologo di uno pneumologo con maturata e sicura esperienza;

insomma, una vera e propria sciagura se il coronavirus avesse attaccato la Campania, come purtroppo lo ha fatto nelle altre Regioni del nord Italia, anch’esse comunque ree di errori gestionali in merito all’ epidemia, come i pensionati morti nelle RSA (100 decessi nel Pio Albergo Trivulzio).

Questa crisi ha messo definitivamente in luce le diseguaglianze e le ingiustizie di questo sistema. La normalità che ci avevano imposto e a cui ci avevano abituato, era il problema.

Ma il problema reale è ben differente da cui ripartire per cambiare, restano fondamentali i punti: lotta alle ecomafie, al lavoro nero, alla cementificazione, stop alle privatizzazioni e soprattutto sviluppo ecosostenibile in tutta la Regione. Bisogna aggredire con il pugno duro chi inquina il nostro territorio. ‘O vulimme capì ca’ è ‘o bbene cchiù prezioso pe’campà?

Il Governo ha deciso di rispondere all’emergenza COVID in due modi: con sgravi fiscali e regali economici alle imprese, che il Presidente del Consiglio Conte ha definito “Una potenza di fuoco per una nuova primavera”, a fronte di briciole per i lavoratori; e con un clima di pressante limitazione delle libertà personali, confini e punti sensibili della città militarizzati, minacce di utilizzare i droni per il controllo degli assembramenti, e una fastidiosa e penetrante campagna sullo restare a casa sponsorizzata da tutti i media e promozionata dai vip nelle loro ville di lusso.

Nonostante ciò, la tanto decantata “ripartenza” non promette bene: i primi provvedimenti non prendono in considerazione né agiscono in alcun modo sulle condizioni che hanno reso fertile il terreno per la diffusione del virus. Basti pensare che alle imprese, a fronte dei miliardi regalati,nessun vincolo, nessuna presa d’impegno viene richiesta in merito alle condizioni di sicurezza sul lavoro e sul rispetto della salute e dell’ambiente. 

Per questo, malgrado sarà pressoché impossibile occupare le piazze il 1° Maggio dato il continuo propagarsi dei contagi e l’aumentare dei morti, ciò non ci impedirà di rilanciare con forza le nostre rivendicazioni per condizioni materiali di reddito e di vita dignitosa per i lavoratori e le lavoratrici (oggi tutti più o meno precari/e), i/le disoccupati/e, i/le pensionati/e, gli/le inquilini/e e gli studenti e le studentesse. Rivendicazioni con cui dobbiamo iniziare a porre le condizioni per costruire la nostra Primavera, che non può che basarsi su una transizione Ecologica e Sociale che porti alla fine di questo modello di produzione basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

Una primavera che abbatta quella normalità fatta di sfruttamento, di precarietà, di sofferenza per i più deboli; e che nasca dall’unità, dal coraggio, dalla creatività, di coloro che hanno pagato e continuano a pagare il prezzo delle ingiustizie del mondo che conosciamo.

Rivendichiamo:

– Un REDDITO GARANTITO PER TUTTI E TUTTE: ammortizzatori sociali che coprano il 100% degli stipendi; un reddito di base permanente, di almeno 1000 €, per tutelare precari/e e disoccupati/e anche dopo il Coronavirus.

LAVORO STABILE E TUTELATO: stop ai licenziamenti e al furto illegittimo di ferie e permessi; riapertura, o continuità produttiva, solo per le aziende in grado di assicurare la piena e totale sicurezza dei dipendenti; chiusura settimanale delle aziende, a partire dai supermercati la domenica, anche per consentire operazioni di disinfezione; tamponi generalizzati per chi costretto a lavorare.

DIRITTI PER I/LE MIGRANTI: sanatoria e regolarizzazione per tutti gli/le immigrati/e, per assicurare assistenza sanitaria, lotta al lavoro nero e servizi pubblici alle fasce deboli. Chiusura di tutti i Cpr, i nuovi Lager di stato.

BENI COMUNI E SERVIZI  PUBBLICI, UNIVERSALI E GRATUITI: diritto all’istruzione, alla mobilità, alla casa, alla sanità.

– Vogliamo ora una SANITA’PUBBLICA, GRATUITA, UNIVERSALE,LAICA partendo dalla cancellazione dei ticket sanitari, dall’assunzione di nuovo personale a tempo indeterminato,dalla stabilizzazione dei precari della ricerca, dall’aumento degli stipendi, dalla reinternalizzazione degli appalti e da maggiori investimenti nella ricerca pubblica.

– Una TRANSIZIONE ECOLOGICA: investimenti in produzioni sempre più a impatto zero, per produrre beni necessari alla soddisfazione della società e delle necessità umane, senza sfruttare la natura. Riducendo l’orario di lavoro a parità di salario in modo da accrescere il tempo libero delle persone e ridurre al contempo la piaga della disoccupazione.

– Una PATRIMONIALE STRAORDINARIA d’emergenza sul 10% dei patrimoni a carico del 10% più ricco della popolazione italiana, per compensare i miliardi di tagli al SSN degli ultimi anni e garantire una ripresa reale della sanità pubblica.

NEL POMERIGGIO DEL 1° MAGGIO ORGANIZZEREMO UNA PIAZZA VIRTUALE SU ALCUNE EMITTENTI RADIOFONICHE IN TUTTA ITALIA. IN CAMPANIA SU RADIO NUOVA VOMERO DALLE 15.00 ALLE 17.00

Adesioni:

CUB Campania

ACU Campania

VAS Onlus

I CITTADINI CONTRO LE MAFIE E LA CORRUZIONE

ALTRABENEVENTO

ANLS

ONLUS NUOVA ABILITANDO

U.L.S.S.A.

ASS. DISABILI AL LAVORO

LAVORATORI AEROPORTUALI STAGIONALI