Giornata internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia.

“A Voi, va il nostro pensiero, uomini e donne vittime di violenza e omofobia”.

Il 17 maggio del 1990, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha dichiarato che: amare una persona dello stesso sesso è considerata una “variante naturale del comportamento umano”, così vi è definito nel testo dell’organizzazione. E la giornata contro l’omofobia, istituita dall’Unione Europea proprio nel 2004, si celebra oggi proprio per ricordare questa data storica, ottenuta da lunghe battaglie della comunità Lgbtq+.

L’ evento è promosso anche dalle Nazioni Unite, festeggiato in 130 paesi nel mondo e volto a sensibilizzare le persone anche sulla bifobia e la transfobia, ovvero l’avversione discriminante nei confronti delle persone bisessuali e transessuali.

Purtroppo, c’è da dire che, tuttora, si ripetono frasi che riportano le battaglie per i diritti indietro di anni: come: “amare una persona dello stesso sesso, è una malattia mentale” tesi del resto sostenuta prima della dichiarazione della stessa OMS che addirittura selezionava e indicava nel trovare le cure come caso specialistico: amare lo stesso sesso.

Inoltre, un dato allarmante è la crescita di segnalazioni e denunce che va oltre il 33% negli ultimi anni, come denunciato da Arcigay, e preoccupa molto, la forma di violenza ai danni di coppie o giovani che vengono presi di mira e brutalmente aggrediti, soprattutto, dal tessuto sociale composto da ragazzini e baby gang.

Per non parlare delle discriminazioni suoi luoghi di lavoro, stiamo parlando di circa 1 milione di lavoratori Lgbt in Italia.

Il licenziamento discriminatorio è quello nei confronti di una lavoratrice o di un lavoratore “a causa della sua affiliazione o attività sindacale ovvero della sua partecipazione ad uno sciopero” o “a fini discriminazione politica, religiosa, razziale, di lingua e di sesso” (secondo l’art. 15 dello Statuto dei Lavoratori). Se un/a lavoratore/trice LGBT o non LGBT ritiene di essere stat* licenziat* per motivi discriminatori, deve rivolgersi alle associazioni LGBT o direttamente agli uffici vertenze dei sindacati.

E ci fermiamo qui, per non andare oltre, anche perché, di offese e discriminazioni, siamo all’ ordine del giorno, molte di queste arrivano proprio dai rappresentanti delle istituzioni; infatti, l’Italia è uno dei paesi europei con il più alto tasso di omofobia sociale, politica ed istituzionale.

Come Organizzazione Sindacale, siamo sempre vicini ai diritti di ogni genere, alla libertà di amare e contro ad ogni tipo di violenza e/o discriminazione atta a ledere la dignità dell’essere umano.

Concludiamo,

siamo in pieno dissenso, innanzi a provocate involuzioni, molto spesso dettate da pura propaganda politica che con la loro spudorata comunicazione, non fanno altro che, alimentare odio e continui casi omofobi e persecutivi verso uomini, donne e adolescenti del nostro stato civile.

17 maggio 2020

CUB Campania