Il piano di Colao per la ripresa: precarietà e aiuti ai privati.

Dal documento di 126 pagine presentato da Vittorio Colao, ex AD Vodafone (esordì nel mondo del lavoro presso la banca d’affari Morgan Stanley), l’uomo incaricato da Conte per risolvere i problemi economici post Covid, si evince chiaramente come aiutare i padroni e gli amici di Confindustria, con: smart working, scudo penale Covid  per le imprese, proroga dei contratti a termine, rinvio delle tasse, welfare aziendale.

Ma è importantissimo soffermarsi sul welfare aziendale.

Lo fanno passare per un benessere offerto ai lavoratori, mentre al contrario è il regalo ai padroni. In pratica, i lavoratori destinano una parte dello stipendio, ad esempio il premio di produttività, ad un ente privato, un fondo dove il lavoratore può attingere per una prestazione, ma contemporaneamente il datore di lavoro guadagna circa il 40% di defiscalizzazione e il risparmio economico derivante dal taglio sul salario del dipendente.

Con il premio di produzione nel welfare, il datore di lavoro non versa più la sua parte di contributi previdenziali. È vero che essi così risparmiano il 10% d’imposta, ma perdono versamenti previdenziali dell’azienda a loro favore in misura di regola superiore al 20%. Quindi la convenienza non c’è o meglio, non c’è per loro. Per l’azienda certo che c’è!

Ecco che la Legge di Stabilità di renziana memoria, ritorna a farsi sentire dagli uomini di potere messi al Governo.

Il welfare aziendale, inoltre, da maggiore forza alla sanità privata quella che ha permesso e giustificato, il disinvestimento sulla spesa pubblica e proprio con l’emergenza sanitaria che abbiamo avuto in seguito alla pandemia, ha dimostrato quanto sia stato sbagliato farlo.

Ma Colao è stato lungimirante: aiutare le imprese aumentando la precarizzazione (allungando i tempi per i contratti a termine), difendere i padroni con lo scudo penale Covid e con l’incentivo al welfare aziendale (maggiore defiscalizzazione), dando contemporaneamente anche un segnale di aiuto ai sindacati di stato.

Infatti, chi si dimostra consenziente al welfare aziendale, sono i sindacati di comodo che si lasciano andare in rapporti concertativi con le aziende mettendo al centro gli Enti Bilaterali, si proprio quelli che scippano i soldi ai lavoratori, ma qualcuno ci guadagna?

Certo. Oltre ai datori di lavoro, bisogna sapere che, Cgil, Cisl e Uil, non guadagnano solo attraverso le quote pagate dagli iscritti, ma proprio attraverso il welfare aziendale che rientra nella contrattazione dei CCNL con il datore di lavoro, essi traggono profitto attraverso gli Enti Bilaterali, poiché, la bilateralità è uno dei maggiori introiti dei sindacati, stiamo su cifre che si attestano su svariati miliardi di euro di proventi in questi enti.

Sono anni che il sindacato concertativo sta avendo un declino di iscritti per la loro poca credibilità raggiunta firmando sempre accordi peggiorativi sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici e favorendo i “padroni”, e molti dei sindacalisti e con la perdita economica da parte delle organizzazioni sindacali, vengono sistemati nei tanti organismi bilaterali che hanno avuto il cosiddetto boom, tramite la Legge Biagi (276/2003), quella che ha introdotto tra le altre cose: i contratti a progetto, quelli di somministrazioni sancendo anche la nascita delle agenzie del lavoro.

Quindi, di cosa stiamo parlando? Ma di che ripresa sociale vogliamo parlare? Come sempre nelle agende dei Governanti, vengono messe sempre in primo piano gli aiuti per i “padroni” e le briciole per la classe operaia del nostro paese, ma questa volta, con quel documento scritto anche piuttosto male si evidenzia come la Task Force voluta da Conte sia andata ben oltre…altro che Sanità Pubblica, Scuola Pubblica e stabilizzazioni, qui stanno mettendo mano ad una vera e propria riforma di tutta la spesa pubblica a favore dei privati a danno di tutta la classe lavorativa e sociale del nostro paese, per noi è uno schiaffo alla nostra attività, ai nostri ideali. INACCETTABILE!

Ci vediamo in Piazza!

09 giugno 2020

CUB Campania