Riflessioni, per una nuova fase sindacale possibile. C’è bisogno di ripartire.

Per farsi che succeda, c’è bisogno di uno sforzo da parte di tutti gli uomini e le donne di questo paese, che sarà fondamentale per la nostra ripresa, parliamo di una ripresa dei diritti di ogni lavoratore e lavoratrice.


Per molti lavoratori purtroppo, non è chiaro ancora che bisogna staccarsi da chi, in questi anni, ha distrutto le classi sociali e macinato i diritti dei lavoratori nel nome della concertazione. Parliamo d’intere categorie di lavoratori di ogni settore, che da anni ormai vengono sottomessi a strane logiche aziendali nel nome del profitto dei padroni, a contratti collettivi che sono sempre peggiorativi, per arrivare allo sfruttamento dell’uomo utilizzando l’ esternalizzazioni, la precarizzazione e altre riduzioni di diritti, il tutto, utilizzando l’arma del ricatto per la paura di perdere il lavoro.


Ci sentiamo dire sempre più spesso da parte di molti lavoratori: “L’ azienda fa quello che vuole”. Non è vero, l’azienda fa quello che vuole, perché al padrone viene concesso tutto per una logica di compromessi. Usare questa giustificazione per scopo di rassegnazione non solo è infondata, ma riporta allo stato di sottomissione derivante da ciò che il sistema compromesso vuole.

Quando sei debole, sei una preda per gli avvoltoi, quando non sei informato, sei il buon cibo per gli sciacalli, questo è quel che vuole il sistema, che mira ad abbassare i diritti dei lavoratori.


Queste paure dei lavoratori, derivano proprio da una classe sindacale, non degna di quel nome. Abbiamo due tipi di classe sindacale corrotta: una “giovane” e una cosiddetta “vecchia”. Quella giovane, che non ha vissuto nessuna lotta per i diritti oppure che volutamente ha dimenticato, ma che introdotta in un blocco sindacale si siede ai tavoli delle trattative, specula, prova a primeggiare e sentirsi parte aziendale anziché parte dei lavoratori, entrando in una confidenza padronale con chi fa di tutto per risparmiare sui i soldi e cancellare quanto più possibile i diritti dei lavoratori e le lavoratrici. Quella vecchia invece oltre a fare scuola ai giovani, vanno oltre. Le lusinghe del padrone, le promesse di posti di lavoro per amici e parenti, le benedette quote sindacali, la caccia all’ iscritto. I lavoratori marchiati dalle sigle sindacali non per gli ideali, ma per un piacere a loro reso utilizzando il ricatto del lavoro.


Noi che vogliamo e proviamo a lasciare ai nostri figli un futuro e un mondo migliore, combattiamo questa politica di non essere soltanto un numero utile, usato per la svendita dei diritti. Crediamo semplicemente che i “teatri delle trattative”, vere e proprie commedie contemporanee messe in atto da pseudo-sindacalisti, vadano contrastate con forza. Per noi, non si tratta di fare la guerra o la rivoluzione alle politiche che ci applicano i datori di lavoro. Semplicemente si tratta di svolgere un’azione sindacale mirata e seria alla difesa dell’ambiente, del salario, della sicurezza o dei diritti dei lavoratori.


Semplicemente si tratta della lotta di classe.


Delegare, delegare, e continuare a delegare, non serve proprio a nulla, questo è quello che combattiamo come sindacato di base. Quando un tuo compagno si accomoda ad un tavolo di trattativa, è va in rappresentanza di quelle Oo.Ss che non rappresentano i tuoi interessi, va quasi sempre per venderti consapevole che serve ai suoi luridi scopi.


Altrimenti, al minimo cenno di contrasto, il padrone, dalle lusinghe passa alle minacce, quali? Chiude i rubinetti delle assunzioni clientelari, toglie i diritti sindacali ed ogni privilegio. E’ per questo, che hanno fatto insieme l’accordo del 10 gennaio 2014. Per evitare ogni possibile fuga in avanti. Un accordo che li vedi tutti allineati, pronti a firmare ogni schifezza e spegnendo ogni rifiorimento di lotta nei posti di lavoro.


Il potere che oggi hanno in mano è troppo grande, se non usato per il verso giusto, logora, corrompe e a pagare il prezzo per tutto questo, lo finiscono sempre a fare i Lavoratori.

Proprio per questo, dobbiamo riprenderci gli ideali di lotta di classe, per riprenderci i nostri diritti, all’abitare, alla salute, all’educazione, in poche parole: il bene comune. Bisogna lottare ogni giorno, dissentire con forza da quelle politiche contro i diritti dei lavoratori, evitando di dar credito ai disfattisti, mettendo da parte quelli che si lamentano per poi accodarsi, perché fanno parte del sistema compromesso, lasciamo alle spalle anche loro, non ne abbiamo bisogno. BASTA!


In questa nostra riflessione, concludiamo dicendo che ci sono zavorre che bisogna sganciare per ripartire, per riprendere una leale via di tutela sindacale, democratica e di classe, queste zavorre le abbiamo menzionate e sono quelle realtà che compiono veri atti criminali nei confronti dei diritti dei lavoratori, per tenerli schiacciati da ricatti e vessazioni. Usate anche voi questo tempo per riflettere, per guardarvi un po’ dentro e per maturare quello che è stato e quello che sarà.


Noi lo sappiamo, che la via per riprendere la nostra quotidianità, quelle delle nostre vite lavorative ad oggi è un’incognita aggrappata alla speranza, ma prima o poi finirà. E in quel momento, ci sarà il bisogno di ripartire, ma per farlo, ci sarà un bisogno comune di uno sforzo da parte di tutti Noi.

Ricordatevi sempre che “Insieme è meglio”.


Napoli aprile 2020


Coordinamento giovani delegati CUB della Campania.