Uomo ucciso per aver denunciato caporali che sfruttavano lavoratori.

Da quanto emerge dalle indagini, l’uomo di nazionalità pakistana, sarebbe stato ucciso il 3 giugno a Caltanisetta da un gruppo di uomini, probabilmente anche essi pakistani, in seguito alle sue denunce per difendere alcuni suoi connazionali che lavoravano come braccianti nelle campagne nissene e avrebbe accompagnato di persona uno di loro, proprio a sporgere denuncia; prima dell’omicidio la vittima avrebbe subito anche minacce.

I carabinieri, stanno battendo più piste per far luce su questo efferato omicidio. Adesso, sta prendendo piede l’ipotesi che gli aggressori operassero una mediazione, per procacciare manodopera nel settore agricolo, tra datori di lavoro e connazionali del bracciante ucciso.

Il quadro che emerge da questa drammatica vicenda, è inquietante, se dovesse essere avvallata in via definitiva, ci ritroviamo difronte ad una scena drammatica per il nostro paese, poiché, ancora una volta, lo sfruttamento attraverso i caporali e padroni senza scrupoli, insiste e con violenza in molte parti d’ Italia, ricordiamo, l’efferata aggressione avvenuta nei giorni scorsi nei confronti di un bracciante agricolo in provincia di Latina.

Resta ancora fitta la rete dedita al procacciamento e allo sfruttamento dei lavoratori, soprattutto, quella che utilizza l’immigrazione, attraverso ricatti e vessazioni, per poter ricavarne profitto nella filiera agricola e non solo. Poiché, quotidianamente, agli angoli delle strade e sotto gli occhi di tutti, molti extracomunitari attendono di essere prelevati per andare a svolgere ogni tipo di lavoro a basso costo e senza tutele.

Ritornando sull’ agricoltura, l’Italia, vanta numerose produzioni di eccellenza nel settore vegetale e animale. In particolare, il Made in Italy della filiera vegetale legata alla dieta mediterranea e italiana, infatti, abbiamo mantenuto stabilmente la leadership in Europa in questi ultimi anni, contro nazioni che investono anche svariati miliardi di euro in più per valorizzare l’agricoltura stessa.

I primati contano per la ricchezza e la produttività del paese, ma non servono a nulla se per raggiungere tali obiettivi il benessere viene relegato a pochi a discapito di chi, tutti i giorni, si fa il culo per un niente e molte delle volte si vede costretto a subire violenza per il profitto del padrone.

Quindi, finte emersione, leggi e sanatorie, in Italia, se non si svolge un capillare controllo stringente su tutte le filiere considerate critiche per tali forme di sfruttamento, continueranno ad esserci violenze e angherie nei confronti di uomini e donne, rei, solo di voler dare un futuro migliore ai loro figli, alla loro famiglia, poiché nati in zone di guerra, di povertà.

Serve una sanatoria veloce, gratuità ed universale e senza distinzioni dei lavoratori migranti.

Basta con le troppe chiacchiere, servono i fatti veri che diano garanzie e diritti veri.

La tutela e i diritti dei lavoratori in questo paese, passa anche dalla tutela e dei diritti dei lavoratori migranti.

08 giugno 2020

CUB Immigrazione Campania