La storia si ripete: Thello e Gruppo FS, sopprimono il Treno notte Milano – Parigi, rischio licenziamenti per il personale di bordo in appalto.

E’ stata una settimana particolare per il trasporto sul ferro, dalla situazione critica in cui riversa NTV all’ annuncio della soppressione del treno notte Milano-Parigi, dove si è concluso con il non presentarsi da parte dei vertici di Thello e Gruppo FS, all’ audizione in commissione attività produttive del consiglio regionale lombardo, un incontro stabilito per discutere delle conseguenze createsi dopo la soppressione del servizio notturno che collega il capoluogo lombardo con la capitale francese, oltre al danno arrecato all’ utenza costretta a trovare altre soluzioni di viaggio, si prospetta il rischio dei licenziamenti per i lavoratori che gestiscono il servizio a bordo treno per conto delle due società che, proprio nel 2011 con l’allora AD del Gruppo FS (Mauro Moretti) sostituirono il personale italiano (licenziandolo), con il personale dell’ azienda francese (controllata al 100% nel 2016 da Trenitalia) che prese il servizio a bordo dei Treni Notte internazionali.

A nostro parere, già da allora quelle operazioni risultavano come la classica aggiunta di brodo per riscaldare la minestra, il paradosso vuole che, proprio l’attuale AD del Gruppo FS, Gianfranco Battisti, era a capo della Thello in quegli anni e dal suo mandato ai vertici delle Ferrovie dello Stato italiane dal 2018, ha sempre incentivato a parole, il trasporto notte anche internazionale.

Esprimiamo la piena solidarietà ai lavoratori interessati da questa drammatica vicenda, sperando in una soluzione che possa ripristinare il servizio, purtroppo, il Gruppo FS si comporta così negli anni, prima sfrutta la manodopera in appalto di personale che svolge le stesse mansioni del suo (attualmente sta assumendo ancora), per poi infischiarsene, a meno che, non debba fare un piacere a qualcuno e stabilizza al suo interno chi ha qualche santo in paradiso (in RFI o Trenitalia) chiamandole: occasioni uniche ed irripetibili; per il tutto il resto, ci pensano i contribuenti attraverso lo Stato oppure le Regioni a pagare ammortizzatori sociali e spese per il servizio.  Per questo crediamo che la stabilizzazione all’ interno del gruppo FS sia l’ unica alternativa a queste vertenze che possono sfociare in drammi sociali.

Nel frattempo, anche se il Governo non ha mai risposto a nessuna interpellanza e/o interrogazione presentata dagli stessi parlamentari di maggioranza, possiamo sperare in una risoluzione presentata in commissione trasporti il 26 maggio 2020 dove si impegna (toc toc) proprio il Governo, ad intervenire nel momento della revisione del contratto (programmata entro fine anno), non solo a verificare il comportamento della committente Trenitalia sul servizio a lei unicamente affidato e risolvere le criticità relative alla gestione del personale impiegato a bordo in questi anni, ma è necessario, rivalutare il servizio a lunga percorrenza degli intercity e smettere di fare solo chiacchiere di un prossimo rilancio.

A meno che, non si voglia del tutto eliminare entro il 2026 il servizio universale e lasciare per qualche periodo, i lavoratori in cassa integrazione a spese dello Stato, facendo perdere loro i diritti acquisiti (come in un rewind), in modo tale che, con le nuove disposizioni europee in vigore dal 2023, si decida di affidare l’ appalto dell’ intero servizio a qualche altro operatore su ferro con la logica del minor costo e della maggiore lavorazione.

20 settembre 2020

CUB Trasporti Campania