ACCORDO SMART WORKING IN TIM: FARANNO LA FOTOCOPIA PER VODAFONE?!

Ciao a tutti,
Vi riportiamo in coda a questo comunicato il link al sito
controcomunicando (col quale non abbiamo legami) con l’Accordo
integrale sul Lavoro Agile sottoscritto in TIM il 4 agosto 2020 da
SLC-CGIL, FISTel-CISL, UILCom-UIL, UGL Telecomunicazioni ed il
Coordinamento Nazionale RSU di TIM.

È importante per noi Lavoratori Vodafone conoscere i termini di questo
accordo, perché è logico attendersi che sarà replicato in modo
pressoché uguale anche nella nostra azienda.

Vi alleghiamo anche il relativo comunicato di RSU COBAS DEL LAVORO
PRIVATO, che si vantano di aver firmato anche loro un accordo i cui
contenuti, sino ad un paio di anni fa, sarebbero stati motivo di
vergogna.

A differenza di quanto facciamo di solito, vi forniamo subito i punti
cardini che per noi devono rappresentare la BASE DI PARTENZA per
prendere in considerazione un accordo sul Lavoro Agile (la visione,
per conoscenza diretta e perché è la vera novità, sarà più improntata
sui Call Center).

Il pilastro inamovibile e portante, è dettato dall’Art. 22 della Legge
81 del 22 maggio 2017, che al punto 1 recita:
“IL DATORE DI LAVORO GARANTISCE LA SALUTE E LA SICUREZZA del
Lavoratore che svolge la prestazione in modalità di Lavoro Agile […]”.

Ovviamente, di questo punto fondamentale della LEGGE ITALIANA sul
Lavoro Agile, non si trova traccia né nel presente Accordo, né nel
Protocollo “Principi e Linee Guida per il nuovo lavoro agile nella
filiera delle TLC” del 30 luglio 2020.

Per noi LavoratorINsindacati, invece, si può SOLO PARTIRE da questo
punto, che si traduce innanzitutto in:
IL DATORE DI LAVORO DEVE ALLESTIRE LA POSTAZIONE DEL LAVORATORE PRESSO
IL SUO DOMICILIO, GARANTENDO SALUTE E SICUREZZA, CHE È PRIMA DI TUTTO
PREVENZIONE!
Ciò vuol dire che, il Datore di Lavoro deve farsi carico di garantire
al Lavoratore non solo adeguate dotazioni (PC, Monitor, Cuffie, ecc.),
ma anche sedia e tavolo di appoggio adatte a svolgere attività di
Operatore Telefonico e Videoterminalista, con attenzione
all’illuminazione, al posizionamento di cavi e prese di corrente.

A riguardo, è curioso come in VODAFONE, a proposito ad esempio delle
sedie, ti chiedano un certificato medico che attesti di avere un
problema.
In pratica, se non hai problemi alla colonna vertebrale, VODAFONE
aspetta che ti insorga almeno una dignitosa discopatia per fornirti
una sedia ergonomica che avrebbe scongiurato tale patologia… alla
faccia della prevenzione!!!

Garantito il rispetto della LEGGE, un accordo non può ignorare i
maggiori costi causati dal lavorare da casa propria, che non sono
assolutamente limitati all’elettricità consumata dagli applicativi di
lavoro, ma soprattutto all’illuminazione e alla climatizzazione.

MA ANCHE DI QUESTO, NON SI TROVA TRACCIA!

Cosa c’è quindi in questo accordo? In pieno stile Sindacato
Firmatario/Concertativo, niente che aiuti e tuteli i Lavoratori!

Da qui in poi, ci divertiremo (si fa per dire) ad analizzare alcuni
punti di cui si vantano (anziché vergognarsene) le RSU COBAS DEL
LAVORO PRIVATO.

Nel loro comunicato si legge che hanno impiegato 16 ore di trattativa
per ottenere la “PRIMA QUESTIONE FONDAMENTALE: IL BUONO PASTO!”.
In piena sindrome di emulazione confederale, i COBAS DEL LAVORO
PRIVATO si esaltano per l’elemosina del Padrone, che ci tratta da
pezzenti e morti di fame.

La cosa bella, però, è che IL BUONO PASTO CE LO GARANTISCE LA LEGGE,
NON SERVE L’ACCORDO!

Sempre la Legge 81 del 22 maggio 2017, all’Art. 20 specifica che “Il
lavoratore che svolge la prestazione in modalità di lavoro agile ha
diritto ad un trattamento economico e normativo NON INFERIORE a quello
complessivamente applicato […] nei confronti dei lavoratori che
svolgono le medesime mansioni esclusivamente all’interno dell’azienda”

Quindi, se il Buono Pasto è previsto dagli accordi aziendali e lo
hanno i colleghi che lavorano in sede, ci spetta anche in Lavoro
Agile. Invece la vogliono far passare come una clamorosa conquista.

LA LORO SECONDA QUESTIONE FONDAMENTALE È FORSE ANCHE PIÙ SIMPATICA!
“Il diritto alla Disconnessione. Esclusivamente durante l’orario di
lavoro possiamo essere interpellati per questioni lavorative”
MA VERAMENTE??? MA SIETE PROPRIO DEI FENOMENI!!! E COME CI SIETE RIUSCITI?
Cioè, siete riusciti ad ottenere solo oggi il DIRITTO A NON LAVORARE
QUANDO NON SI LAVORA? Pensa, noi lo esercitiamo da anni questo diritto
senza saperlo…

Continuando, e su questo dobbiamo ammettere che sono stati bravi
(senza ironia stavolta), sono riusciti a mantenere tutte le LORO
AGIBILITÀ SINDCALI intatte. Bravi, veramente bravi!

Il finale, invece, è in piena eccitazione da emulazione di Sindacato
Confederale/Firmatario/Concertativo: Esaltarsi perché l’azienda ha
promesso che ci penseranno a ridurre le ore di lavoro senza ridurre lo
stipendio.
A parte dare valore ad una “promessa”, che è da idioti se non si è
ingenui e creduloni (quando facevamo sindacato insieme, su cose simili
prendevamo per il culo i confederali), hanno pure mancato di precisare
che TIM È DISPONIBILE A VALUTARE TALE RIDUZIONE ORARIA, MA SOLO SE LA
PRODUTTIVITÀ RESTERÀ INVARIATA
(lo si legge nell’accordo integrale,
quando scrivono che “[…]auspicano che eventuali incrementi di
efficienza e produttività derivanti dal modello di lavoro introdotto
dalla presente intesa possano favorire la condivisione di forme di
riduzione della durata dell’orario[…]”).

In poche parole, per fare un esempio, se il Lavoratore riesce in 6 ore
a fare la stessa produzione che fa di solito in 8 ore, valuterà se
ridurgli l’orario: MA VA’?

Ed aggiungiamo, che nell’accordo NON scrivono “A PARITÀ DI SALARIO”,
come invece si legge nel comunicato COBAS DEL LAVORO PRIVATO, ma
scrivono “Individuando le opportune COMPENSAZIONI che assicurino
L’INVARIAZIONE DEL TRATTAMENTO ECONOMICO interessato”.
Chi fa attività sindacale seriamente a tutela dei Lavoratori e con
competenza, e chi non è totalmente “fesso”, sa bene che se si utilizza
una formula così lunga e tortuosa (anziché la semplice ed immediata “A
parità di salario”), è perché pensa a formule del tutto diverse dal
garantire “Uguale Stipendio”!

Sulla chiusura del comunicato, invece, non riusciamo neanche a fare
ironia perché si prendono in giro i Lavoratori in modo clamoroso!
Se siete RSU, e partecipate al Coordinamento Nazionale RSU TIM, vuol
dire che avete sottoscritto gli Accordi Interconfederali che
sanciscono che gli Accordi Aziendali sottoscritti dalla maggioranza
del Coordinamento Nazionale RSU non devono essere sottoposti al vaglio
dei Lavoratori (vedi nostro comunicato dello scorso 3 agosto), e
nell’allegato dell’Accordo integrale leggiamo 55 “SI” su 55 RSU!
Quindi, l’accordo è già fruibile dall’azienda e non avete nessuna
firma da ritirare.

Anche in questo, copiate perfettamente lo stile dei sindacati
confederali e che insieme condannavamo.
MA FATE SONNI TRANQUILLI, I LAVORATORI NON SANNO PIÙ DIRE “NO”!

Quindi, la figura di merda ve la eviterete.

Link Accordo TIM 4 agosto 2020:
http://www.controcomunicando.net/comunicati/2020/agosto/Accordo%20TRANSITORIO_04082020-2127.pdf

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