La demagogia sulla pelle dei lavoratori braccianti non serve, anche per quei sindacati che fingono di stare dalla loro parte.

Un altro fratello, ha perso la vita nel completo abbandono di questo mondo che fa degli invisibili, molto spesso i capri espiatori del male dell’essere, oggi, l’uomo nero è uno dei nemici del popolo.

Mohamed Ben Ali, aveva 37 anni, lavorava nei campi della Capitanata (Foggia), morto bruciato in una baracca e, come già pubblicato in precedenza nei nostri articoli, tutti sanno delle condizioni in cui vivono numerosi braccianti agricoli, ma nessuno fa mai nulla, ed è successo nuovamente che a perdere la vita e’ un uomo che voleva solamente i suoi diritti e la sua dignità, sempre soffocata da un mostro che non guarda in faccia a nessuno e sfrutta, schiavizza ed isola i più deboli, questa morte e questa vita non la meritava il nostro fratello.

La falsa indignazione, la voglia di reagire e di promesse di lotta, oggi valgono zero, scappa il morto e subito si fanno le processioni, ma non finirà mai se non si mette da parte la politica di fare sindacato e si inizia davvero a fare sindacato per tutelare i nostri fratelli e le nostre sorelle.

Noi, della CUB Immigrazione, ci abbracciamo al dolore dei familiari di Mohamed e a Lui rivolgiamo il nostro pensiero: “perdonaci fratello per non averti salvato dalle fiamme di un inferno che solo questa vita senza tutele e senza diritti può mettere fine ad un sorriso, tanto bello come il tuo!”

13 giugno 2020

CUB Immigrazione Campania