Giornata Mondiale dell’Ambiente. La biodiversità va tutelata.

La giornata mondiale per il rispetto dell’ambiente, vede proprio come scenario di apertura il disastro avvenuto il 29 maggio nella Siberia settentrionale in Russia. A Norilsk, nella regione del Krasnojarsk, si è rotta una cisterna che ha riversato nel fiume Ambarnaya circa 20mila tonnellate di gasolio, arrivando a contaminare un’area di 350 chilometri quadrati. Un disastro ambientale degno di una catastrofe per il nostro ambiente, per la nostra terra, con la morte di migliaia di pesci ed uccelli soffocati, oltre all’ inquinamento prodotto dal combustibile riversato nelle acque.

Tutti gli inviti a rispettare l’ecosistema, le nostre biodiversità, ma tutto poi disatteso per la forza predominante di spietati industriali che, per i loro interessi miliardari, fanno disastri e nella maggior dei casi vengono anche coperti dai Governi, poiché producono ricchezza, il famoso PIL.

Ma la giornata mondiale festeggiata oggi, è dedicata alla biodiversità e, l’Italia, secondo Coldiretti, può comunque avere un primato mondiale con l’agricoltura sulla biodiversità:

L’Italia può festeggiare l’agricoltura più green e biodiversa d’Europa con 299 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con 72mila operatori, la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati (Ogm), 40mila aziende agricole impegnare nel custodire semi o piante a rischio di estinzione e il primato della sicurezza alimentare mondiale con il maggior numero di prodotti agroalimentari in regola per residui chimici irregolari.

Il territorio nazionale – sottolinea la Coldiretti – ha il primato europeo proprio nella biodiversità grazie ad esempio – spiega la Coldiretti – alle 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi e alle 533 varietà di olive contro le 70 spagnole. E l’Italia è anche leader nella sostenibilità a livello comunitario – prosegue Coldiretti – con appena il 7,2% di tutte le emissioni a livello nazionale con 30 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti in Italia, contro i 76 milioni di tonnellate della Francia, i 66 milioni di tonnellate della Germania, i 41 milioni del Regno Unito e i 39 milioni della Spagna.

Comunque, se tutto sembra green nell’agricoltura, come Organizzazione Sindacale, riteniamo senz’altro opportuno che bisogna fermare assolutamente gli usi dei pesticidi, per tutelare l’uomo e la qualità dell’ambiente in cui viviamo, anche nella tutela stessa dei lavoratori che utilizzano questi prodotti altamente nocivi, infatti, risultano i primi ad essere contaminati e sempre sotto ricatto dei padroni con la paura di perdere il lavoro, sono costretti ad utilizzarli mettendo a rischi anche la propria salute.

Ci preoccupa, nonostante il divieto europeo del 2018, l’utilizzo dei neonicotinoidi clothianidin, imidacloprid e thiametoxam, pesticidi che, secondo l’EFSA, rappresentano un rischio per le api selvatiche e quelle mellifere. Infatti, si teme che le lobby possano raggirare i controlli e le restrizioni. Api, insetti e farfalle si nutrono di questi raccolti trattati con i pesticidi e rischiano, dunque, di essere esposti a livelli nocivi di neonicotinoidi. C’è poi da dire che finiscono per essere intaccati anche polline e nettare, così come le piante vicine alla zona in cui i pesticidi vengono spruzzati.

Ma l’interesse dell’uomo è senz’altro legato all’ aumento della produttività, nel guadagnare offrendo maggiore risposta commerciale alla domanda, quindi, del controllo nell’uso dei pesticidi e insetticidi non viene garantito nulla e addirittura viene sottovalutato.

Ad esempio, negli allevamenti intensivi, le nostre uova, contengono percentuali da contaminazioni: il 5% del campione di uovaanalizzato è risultato essere contaminato dall’insetticida fipronil, purtroppo, l’utilizzo di antibiotici ed insetticidi è una minaccia reale per l’uomo e le nostre acque.

Infatti, se per l’agricoltura ci sono dei primati, purtroppo per le nostre acque, bisogna fare una riflessione, poiché, il dato secondo Legambiente è allarmante: è risultato che in Italia, circa il 60% dei fiumi e dei laghi non è in buono stato e molti di quelli che lo sono non vengono protetti adeguatamente, molti residui degli antibiotici usati negli allevamenti, risiedono nelle nostre acque.

Da un rapporto costruito sulla base dei dati forniti dalle Regioni e dalle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente il risultato complessivo (ma non del tutto esaustivo) indica un’ampia diffusione della contaminazione, maggiore nelle acque di superficie, ma elevata anche in quelle sotterranee, con pesticidi presenti anche nelle falde profonde naturalmente protette da strati geologici poco permeabili.

In Campania, siamo alle solite problematiche trentennali: con l’inquinamento del fiume Sarno e delle falde del Solofra e la Terra dei Fuochi.

Il nostro motto è:“C’avite accise ‘a salute”

Come sempre, ci auguriamo che lo Stato dia davvero una svolta a quei processi industriali maggiormente inquinanti convertendoli a favore dello sviluppo sostenibile, senza troppe chiacchiere ma con i fatti, che i controlli siano attenzionati per mettere fine a questo scempio ambientale e che si possa davvero contrastare l’inquinamento ponendo fine a questo lento declino della nostra vita.

La biodiversità va tutelata e salvaguardata, altrimenti, non vorremmo dire che…

la difesa dell’ambiente, infondo, è solo una ricorrenza e nulla più…

05 giugno 2020

CUB Campania