Dagli agenti informatici allo smart working, andiamo piano.

Già da oltre un anno diversi Call Center si avvalgono della Intelligenza Artificiale.

Da quando l’abbiamo conosciuta ed appreso le potenzialità, abbiamo valutato in un quinquennio al massimo la svolta epocale che questa cosa comporterà, perché oggettivamente tanto lavoro “umano” non servirà più, compreso quello manuale.

Nessuno, infatti, riflette sull’utilizzo dell’IA con la robotica!

Già oggi, le macchine riescono a fare movimenti così complessi e precisi da coadiuvare o praticare interventi chirurgici. Ed ancora, si pensi all’auto senza conducente umano alla guida, una realtà che già si sperimenta da qualche anno.

E non si pensi alle difficoltà, agli errori o anche a qualche fallimento inevitabile. Anche il primo Dirigibile il 2 luglio 1900 finì il suo volo impietosamente in un lago dopo pochi minuti, ma lo Zeppelin ormai aveva conquistato il cielo: il limite era stato superato!

Quando le macchine diverranno più snelle ed efficienti e con l’interazione dell’IA sempre più evoluta ed autonoma, di sicuro avranno un ruolo determinante nelle nostre vite.

Al momento solo l’empatia non è replicabile.

Ma gli scenari che potranno delinearsi non sono catastrofici se ci sarà una fase di transizione e un’evoluzione nell’adattare l’uomo con la macchina, purché a guidare il cambiamento sia l’uomo, siano Lavoratrici e Lavoratori, siano i Cittadini.

È dunque fondamentale che, gli Stati, investano maggiori risorse sulla comunicazione, nella cultura e nello sviluppo delle tecnologie, partendo con i processi di crescita del progresso tecnologico già dalle scuole primarie, uno dei primi investimenti per il futuro: la Scuola Pubblica.

Infatti, stare al passo con il progresso, deve permettere alla società di poter trovare continue motivazioni per non rimanere indietro, di non regredire dinnanzi alle continue dinamiche dei processi Industriali, la cosiddetta “Industria 4.0” e così via…

Ma l’unico modo giusto per farlo è mettendo l’essere umano al centro dell’evoluzione!

Abbassamento delle ore di lavoro a parità di salario; redistribuzione della ricchezza; ripartizione equa della spesa pubblica: sono questi alcuni baluardi irrinunciabili per evitare scenari catastrofici, e NOI dobbiamo esserne protagonisti e vigili!

Il lavoro Agile (per nulla agile) e la truffa dei soliti padroni.

In questo periodo di pandemia, si è fatto largo uso dello smart working, ma già stanno emergendo casi in tutta Italia, di un abuso da parte di alcuni datori di lavoro, che integrano al lavoro a distanza anche la cassa integrazione, con la casuale “Covid-19 Nazionale” sovvenzionata con gli aiuti dello Stato in seguito all’ emergenza epidemiologica. Diciamo che, è in atto una vera e propria truffa ai danni dello Stato e al lavoratore stesso, che non ha certamente ridimensionato i suoi carichi di lavoro, soprattutto per quei professionisti che vivono già in smart working data la particolarità della lavorazione che spesso si basa su progetti difficili da quantificare in termini di ore lavorate.

Le criticità sono diverse del lavoro agile, partendo dal fatto che quello esploso per l’emergenza sanitaria è più Telelavoro che Smart working, ciò non escludendo anche le opportunità che contiene.

Diciamo subito che aver spostato a casa tutte le attività possibili, è stato un vantaggio per TUTTI, nessuno escluso!

I datori di lavoro non hanno interrotto le loro attività. I Lavoratori hanno conservato piena e continua retribuzione. La salute di tutti ed il contenimento della pandemia sono stati garantiti al meglio. Le casse pubbliche non hanno subito ulteriori dissanguamenti…. Ed anche l’inquinamento è stato contenuto.

Ma salvata la vita, sarebbe ora necessario salvaguardare la salute!

Al momento, sarebbe utile raccogliere proprio le criticità e le opportunità che questo modo di lavorare presenta, ma senza speculazioni di parte. Piuttosto che accelerare a vantaggio dei soliti padroni e Capitali, su questo tipo di lavorazione, in questo momento bisogna dire: “Non tocchiamo niente! Risolviamo le criticità e sviluppiamo le opportunità”.

Diversamente, con rapidità vanno affrontate difficoltà immediate che riguardano salute e sicurezza sul lavoro in primis, e subito dopo il tema controlli a distanza.

Lo smart working, come era necessario ha: orari, turni, tempi e luoghi di lavoro vincolati. Quindi, non c’è nulla di smart, di agile. Di contro, come se invece fosse un vero smart working, i datori di lavoro si disinteressano di: sedie, scrivanie, illuminazione, costi di gestione, ecc. Ancora, approfittando dell’emergenza, fanno controlli a distanza che vanno ben oltre la normale valutazione della quantità e qualità del lavoro svolto, “spiando” tutto quello che il dipendente fa durante il suo turno di lavoro.

Comunque, i Confederali già si leccano i baffi e stanno spingendo per “regolarizzare” il lavoro agile, ed i datori ne sono ben lieti, soprattutto, per le difficoltà (economiche) che stanno subendo in questo momento.

Noi, ci auguriamo che al più presto termini quest’emergenza, ma già siamo nelle piazze nel lottare per i diritti dei Lavoratori, per un salario decente, dignitoso e contro i CCNL continuamente peggiorativi e sempre favorevoli per i padroni. Ed in queste piazze, in queste lotte di classe, devono iniziare a trovare spazio anche le nuove vertenze che già sono realtà.

02 giugno 2020

FlmUniti CUB Vodafone Napoli