Come CUB Campania, siamo affranti e scossi per quello che è successo a Minneapolis, negli USA. Purtroppo sempre più spesso in giro per il mondo, vengono criminalizzate le diversità di ogni genere.

Stiamo scrivendo per l’omicidio di un uomo, George Floyd, un cittadino afroamericano, si, perché per distinguere gli esseri viventi usiamo le solite distinzioni razziali: africano, cinese, arabo, indiano e così via.

George è stato soffocato da un ginocchio, è stato condannato a morte per la volontà di un uomo, che in quel momento indossava la divisa è si sentiva Legge, la Legge…

Non si può morire mentre si sta implorando aiuto, addirittura in uno Stato che professa che ai propri cittadini non manca nulla. La realtà è ben diversa, dove tutto gira intorno al dio denaro, c’è un finto benessere e con un alto tasso crescente di odio razziale.

Siamo indignati e abbiamo rabbia dentro. Siamo stufi di quest’ odio, ci stanno sulle scatole tutti i razzisti, tutti coloro che condannano uno sbarco e poi si mettono paura nel denunciare le corruzioni e i soprusi per omertà.

Le finte problematiche che abbiamo con l’immigrazione vanno oltre, dai percorsi d’integrazione inesistenti, il tutto viene abbandonato e lasciato irrisolto, generando emarginazione, ghettizzazione, sfruttamento della mano d’opera, forse con la consapevolezza poiché dietro ci sono interessi legati a business criminali, come lo sfruttamento della prostituzione, molte delle volte: minorile.

Di sicuro c’è chi ha dato anche ragione al poliziotto, perché poi, George: “se l’è cercata”, è questa la frase dei coglioni che sparano sentenze di pena di morte a vanvera…scusateci dei termini volgari e scurrili, ma siamo arrabbiati sul serio. 

In questi giorni, abbiamo letto dei commenti riguardo la manifestazione avvenuta a Milano, da parte di: cittadini, sindacati, tra cui la CUB e chi caspita c’era. Uomini e donne, lavoratori e lavoratrici, scesi in piazza per protestare contro le politiche scellerate di Governo e Regione, che la pandemia a messo in evidenza e per come si è lucrato con la salute delle persone.

Ma porca pupazza, quelle persone erano in piazza per protestare contro i diritti negati, contro uno stato che non guarda al popolo ma solo all’ interesse delle lobby, dei potenti e gli industriali. Chi cavolo saresti tu? Che attraverso una tastiera a casa tua, ti permetti di giudicare?

Sei lo stesso ginocchio che ha premuto sul collo di George fino ad asfissiarlo, perché proprio per gente disfattista, gente razzista, gente che non dissente e non guarda all’ unione, al bene comune e al rispetto, ci sono ancora su questa faccia della terra uomini che odiano il prossimo e che si permettono di eseguire condanne a morte solo perché hanno tra le mani: un briciolo di POTERE.

Chi scende in piazza a manifestare, chiedendo che lo Stato in cui viviamo, ascolti il popolo, lo fa solo nei principi della nostra Costituzione, infatti in essa è citato che: “La sovranità appartiene al popolo”.

Non lo dimenticate mai!

Purtroppo, la vittima di Minneapolis, non sarà l’ultima a morire, del resto, il razzismo è incancrenito e da sempre sostenuto anche dalla politica a livello globale, ma questo è un discorso infinito.

L’ odio, generato dal razzismo di ogni genere è il nostro male e bisogna avere il coraggio di combatterlo, sempre. E ci rammarica, assistere alle scene di devastazioni susseguitesi dal fatto accaduto, poiché, la violenza genera violenza e ci sono individui che aspettano momenti particolari per alimentare caos creando destabilizzazione, spostando di conseguenza, l’attenzione della gravità del fatto accaduto per la morte di una persona innocente.

Concludiamo, il razzismo e la violenza di ogni genere non ci appartiene, non è nel nostro DNA.

Ciao George e ovunque tu sia, non dimenticheremo le tue parole:

“I can’t breath, please, don’t kill me, mama, mama”

29 maggio 2020

CUB Campania